IL COLORE VENUTO DALLO SPAZIO (2019) – Daltonici e analisi su colori alieni

Madeleine Arthur interpreta Lavinia Gardner nel film il colore venuto dallo spazio

IL COLORE VENUTO DALLO SPAZIO (2019) – Orrore lovecraftiano su schermo

IL COLORE VENUTO DALLO SPAZIO è un film del 2019 diretto da Richard Stanley, sceneggiatore del film “Imago Mortis” che voglio vedere da tempi immemori solo perché mi piace il titolo e qualche pic vista in giro.

La recensione di IL COLORE VENUTO DALLO SPAZIO la sto scrivedo un po’ di getto, probabilmente se mi fossi messa a pensarci ancora un po’, non l’avrei fatto, quindi alla fine ho deciso di approfittare di questo momento di foga e di questo tempo libero che mi piove addosso come una b e n e d i z i o n e.

Allora prima di addentrarmi nel film, voglio fare una breve digressione: ho divorato Lovecraft per un buon periodo della mia vita, non leggevo e non volevo leggere altro. Il colore venuto dallo spazio / Color out of space è, signori e signori, sicuramente uno dei miei racconti preferiti. Il fascino dei racconti di Lovecraft è qualcosa di molto difficile da spiegare, penso che per essere pienamente goduti debbano essere letti in un certo modo e con una certa predisposizione.

Illustrazione del racconto Il colore venuto dallo spazio di howard phillips lovecraft da cui prende ispirazione il film

IL COLORE VENUTO DALLO SPAZIO – Il racconto del 1927

Dunque mi ricordo esattamente come andò, era estate, me ne stavo fuori al balcone di mia nonna co sto librone della Mammut (questa l’edizione di cui parlo: click) che conteneva ogni singolo trafiletto Lovecraftiano e stavo leggendo Il Colore Venuto dallo Spazio. Ero assuefatta. In un momento di massimo coinvolgimento ho avuto paura e la pelle d’oca: le parole mi erano letteralmente saltate addosso e materializzatesi intorno a me. E’ abbastanza difficile descriverlo a parole, ma è uno di quei momenti che maggiormente mi è rimasto impresso come lettrice. Lì ho capito cosa significasse riuscire a tradurre la paura in parole.

Questo per farvi intendere che ho avuto un certo rapporto emozionale con questa storia ma soprattutto con Lovecraft, su cui spero di ritornare appena avrò del tempo ma soprattutto il mood giusto.

E’ per questo che ho deciso di recensire il film, perché trae ispirazione da qualcosa che mi è piaciuto immensamente. Ed anche perché, secondo me, è un film che funziona bene.

Alcune pagine del manga di gou tanabe tratto sempre dal racconto il colore venuto dallo spazio di howard phillips lovecraft

IL COLORE VENUTO DALLO SPAZIO – IL MANGA DI GOU TANABE

Vorrei aggiungere un ultimo extra e poi passo al film: sempre perché rimasi stregata da questo racconto, lessi anche il manga di Gou Tanabe, perché sì, esiste un manga de “Il Colore Venuto dallo Spazio” e non solo, la collana da cui ho comprato qualche volume è molto valida, mi è piaciuto come hanno trattato il racconto pur non essendo un’amante dello stile usato. Questo il link del volumetto a cui faccio riferimento: click.

Il meteorite alieno atterra nella fattoria dei Gardner

finalmente smetto di blaterare di tutt’altro e parlo finalmente del film

Da esperienza pregresse, sono sempre molto titubante e scettica sui film tratti dal mondo Lovecraftiano. Trovo che sia veramente difficile riuscire a fare una trasposizione cinematografica dei suoi racconti. Anche solo se pensiamo al titolo di questo film e del racconto, ad esempio: “Il colore venuto dallo spazio”, risulta già difficile anche solo partire con le basi e trovare un colore che non sia umano.

(Molto sfiziosa l’idea di usare il magenta poiché colore non realmente esistente ma soltanto elaborato dal cervello umano – lmao io che faccio discussioni sulla teoria del colore quando sono daltonica e ne distinguo 3 su 928)

Comunque, quello di cui parlo, è proprio la difficoltà di tradurre in immagini le sue parole. Praticamente mi ricordo di questa volta quando lessi del racconto di Nyarlathotep e durante la lettura non ero riuscita proprio a costruirlo bene nel mio immaginario, ma comunque il resto del racconto mi lasciò abbastanza scossa. Di notte mi sognai in questo posto totalmente bianco e in cui però inconsciamente sapevo che c’era la presenza di Nyarlathotep: ero terrorizzata, mi svegliai agitata ed eccitata di essere riuscita a rimanere così influenzata da un racconto e da una figura di cui non ero nemmeno riuscita a delineare le sembianze.

Nicolas Cage che interpreta Nathan Gardner mentre imbraccia un fucile

Il film “Il colore venuto dallo spazio” si mantiene tuttavia molto fedele al racconto e penso riesca molto bene nel rappresentare le parole con le immagini. Mi è piaciuta molto l’interpretazione di Nicholas Cage, la sua discesa nella follia e il suo distacco dalla realtà man mano che “la cosa” prende il sopravvento, a tratti mi ha dato qualche vibe alla Shining.

L’unica cosa che forse mi è mancanta, è stata l’empatia con i personaggi. Vuoi perché sapevo già come stavano le cose, resta di fatto che purtroppo non mi sono sentita molto legata.

Per il resto devo dire che ci sono state delle scene molto good (le trasformazioni fisiche, la scena di Lavinia poco prima di essere totalmente assorbita, cioè questa sorta di scorcio di mondo alieno, very nice)

Diciamo che l’ho visto perché mi fa sempre piacere vedere come questa storia, che tanto mi prese, venga rielaborata da menti diverse. Tenendo dunque conto della difficoltà che penso si incontri nel trattare le opere di HPL, questo film, secondo me, è molto ben riuscito.

Il mio unico dubbio è come quest’opera possa essere presa da una persona che magari non è appassionata di Lovecraft. Purtroppo la mia recensione, come avrete potuto notare, è molto contaminata da una passiona personale e pregressa, però ammetto che mi farebbe piacere sentire qualche parere “puro”!

E’ un film sicuramente non esagerato (so che vi prometto sempre di postare cose disgustose qua), ma ci tenevo molto a pubblicare questo brandello di “orrore” caratteristico e molto meno sfacciato di tanti film. Il film è alla portata di tutti, secondo me, ma probabilmente non ugualmente apprezzabile. A voi la scelta!

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Lorena | Horrornauta.it

Mi piace l'horror inusuale, quello che si insinua sotto la pelle e ti spaventa perché simil-realistico. L'inquietudine di guardare qualcosa che tutto sommato, potrebbe tranquillamente presentarsi nel mondo reale. Scrivimi a hello@horrornauta.it.

4 risposte

  1. Color out of space non è male neanche secondo me. Profondamente carpenteriano, fosse stato girato 40 anni fa si sarebbe potuto gridare al capolavoro. Oggi rimane comunque una buona trasposizione, a fronte delle pessime che si trovano nella storia del cinema perché, come hai giustamente scritto, Lovecraft è un autore davvero difficile da rendere visivamente… Anzi, secondo me i più bei film lovecraftiani rimangono quelli che non provano a copiarlo ma ne riesumano l’orrore cosmico: gli ultimi due che ho visto (diversissimi tra loro, bellissimi entrambi) sono The Endless e The Beach House. HPL non lo citano “direttamente”, ma sono palesemente suoi figlioletti. Se non li hai visti, non perderteli…
    http://www.i400calci.com/2018/07/facce-da-culto-the-endless/
    http://www.i400calci.com/2020/11/il-colera-venuto-dalloceano-the-beach-house/
    PS In ogni caso, Nic Cage quando deve fare il matto è sempre insuperabile 😀
    PPS Ci sono un sacco di fiori color magenta, ma se sei davvero daltonica già sto infierendo XD

    1. Non puoi che farmi felice consigliandomi roba che gravita intorno ad HPL! Do subito uno sguardo a questi due titoli che mi hai citato! Hai mica visto The Void, invece? Se sì, che ne pensi?

      PPS: EH SI, le divinità cosmiche potranno essere pure frutto di fantasia ma il mio daltonismo è reale :((((

      1. E’ vero, c’è The Void! …che m’ha intrattenuto fino alla fine e come Color out of space sembra uscito paro-paro dagli anni ’80. Il punto è sempre lo stesso: “La Cosa” di Carpenter ha ormai 40 anni e fa ancora molto più disagio e paura di questi due film, che lo citano quanto citano HPL… e guarda che io sono tra quelli convinti che più passa il tempo più i film perdano il loro impatto (non la loro arte, ci mancherebbe) quindi, insomma… sono figlioletti meno scioccanti di quel capolavoro a-s-s-o-l-u-t-o. I 2 film che ti ho consigliato, invece, non citano proprio niente (secondo me sono tra gli horror migliori degli ultimissimi anni) ma senza Lovecraft non sarebbero neanche stati concepiti! Cioè non ci sono tentacoloni o corpi corrotti, c’è proprio quel senso di “L’UNIVERSO E’ IL VERO TERRORE E CE L’ABBIAMO SOTTO IL NASO” che è credo la più grande invenzione del nostro amato Lovecraft. Non so se siano stati doppiati ma i sottotitoli su opensubtitles dovrebbero esserci 😉 Sicuramente ti farebbero venir voglia di scriverne, almeno, lo spero, così poi mi leggo anche la tua rece 😉

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