NOTHING BAD CAN HAPPEN (2013) – Spoiler, e invece accadde

Scena da Nothing Bad Can Happen in cui Benno e Astrid che costringono Tore a mangiare pollo avariato
buonasera io spoilero comunque eh

IO CHE FACCIO FINTA DI RIASSUMERE IN MODO SENSATO LA TRAMA DI NOTHING BAD CAN HAPPEN

Il film con cui ho scelto di sciogliere la mia latitanza è “Nothing Bad Can Happen” (titolo originale: Tore Tanzt) di Katrin Gebbe, uscito nel 2013. Curiosità: il titolo Tore TanzT riprende visivamente ben tre volte la lettera T, che ricorda una croce.

Ammetto di essere sempre stata un po’ attratta da questi film con frasi complete come titoli, quindi potrei aver deciso di vederlo su basi stupide e motivi davvero futili, ma questo non vi riguarda ok?

La storia gira intorno a Tore, un ragazzo estremamente credente, ma tipo, davvero credente eh. Nel senso vero del termine, cioè ai limiti dell’assurdo. Ecco, ora voi tutti sapete che io qui scrivo solo di roba ripugnante, disgustosa o comunque passabile di denuncia o di ricovero in manicomio, quindi anche se l’incipit coinvolge un bravo ragazzino credente e il titolo del film è “nothing bad can happen” lo sappiamo tutti come andrà a finire sì? Ci sarà uno spiraglio di morte e angoscia, ma ovviamente non vi descriverò un cazzo, insomma per sapere la parte bella dovrete guardarvi il film.

Dunque dicevo, Tore, il nostro protagonista, è un fervente credente, parte di quest’associazione chiamata “Jesus Freaks”, cioè sostanzialmente dei satanisti al contrario, sono tipo dei punkettoni ma stra-credenti e che cercano di aiutare materialmente il prossimo, offrendo cibo e rifugio a chiunque si rivolga a loro. Tra l’altro l’associazione è reale ed esiste: Jesus Freaks International

La regista, Katrin Gebbe, ha affermato che la storia è basata su eventi reali, ho approfondito un po’ sta cosa ma diciamo che molto probabilmente c’è forse una “leggera” ispirazione a fatti “vagamente” simili a quanto mostrato nel film. Non ho trovato articoli che parlassero di questi “eventi reali” e lei non da moltissime informazioni in merito, dunque sta cosa fa effetto quando la si legge ma penso che in soldoni ci sia ben poco di reale.

I personaggi principali di Nothing bad can happen: Benno, Astrid, Tore e Sanny seduti a tavola

BENE E MALE – UNA DICOTOMIA ESTREMIZZATA

Una delle cose che mi è saltata subito all’occhio di Nothing Bad Can Happen è la sua suddivisione netta tra le due fazioni rappresentate: il bene ed il male. Nel senso che entrambi, nelle loro rappresentazioni, sono estremizzate: un bene purissimo ed un male terribile.

Da un lato abbiamo Tore, che esteticamente sembra quasi quegli angioletti rappresentati nei dipinti religiosi: occhi chiari, riccioli biondi, esile. Caratterialmente è poco più di un bambino: è ingenuo e leggero in tutto quello che fa. Ho letto del suo personaggio associato al protagonista de “L’Idiota” di Fedor Dostoevskij, ossia un personaggio esageratamente buono, ai limiti dell’idiozia e…insomma, mi rendo conto che sarebbe facile inquadrarlo così, come un semplice idiota.

L’unica cosa che contraddistingue Tore da un semplice idiota qualsiasi è la sua profondissima fede, professata maniacalmente nella sua interezza e secondo i dettami classici. Una fede “non da chiesa”, ma molto più intima, quotidiana e soprattutto onnipresente. Tore e la sua associazione hanno come fine ultimo quello di vivere “come Gesù fece”, e Tore segue alla lettera.

Dall’altro lato abbiamo Benno & Company, l’incarnazione del male assoluto, ingiustificato e gratuito. Il male perpetrato da Benno e sua moglie non è solo fisico, ma è un male diverso, è un lento processo di annientamento, che mira a spezzare la volontà e la fiducia di chi lo subisce.

L’unica zona grigia di Nothing Bad Happen è quella relativa al divino. Abbiamo i cattivi e i buoni, e poi abbiamo Dio. Il film non prende una posizione su questa questione, si preoccupa solo di raccontare, lasciandoci la possibilità di ritenere determinati avvenimenti frutto di un intervento divino, oppure del caso (l’auto che riparte), oppure addirittura frutto di allucinazioni (quelle che ha Tore durante le crisi).

Nothing bad can happen teach me god tattoo

IF IT DOESN’T WORK, I BELIEVE IN YOU ANYWAY

La fede di Tore è un gesto di fiducia cieco e disinteressato, “if it doesn’t work, I believe in you anyway” . Mi piace come il suo dialogo con Dio non sia solo limitato al momento del bisogno, non sia solo un pregare per ottenere. Tore parla con Dio per ringraziarlo della vita che riceve ogni giorno, ogni momento.

Ed infatti una cosa che mi è piaciuta è stata questo suo modo di vivere i momenti: Tore si lascia trasportare dalla vita, ritagliandosi sempre un attimo per soffermarsi ed apprezzare quello che ha, che sia un piatto di pasta oggi, un posto per dormire domani o altro. Soffermarsi per apprezzare anche le piccole cose che spesso si danno per scontato e trarre il meglio dal momento felice che si sta vivendo sono dei traits che trovo aggiungano un livello di benessere in più nella propria vita, al di fuori della sfera religiosa.

Tore e Sanny che usano una pompa come doccia

FAITH, LOVE & HOPE – Nothing Bad Can Happen

Un’altra caratteristica che vorrei annotare di Nothing Bad Can Happen, è questa tendenza a creare forti contrasti nel corso della storia. Primo tra tutti, è la suddivisione della storia in tre atti, intitolati rispettivamente: Faith, Love & Hope.

Guardando il film, sembra di stare sulle montagne russe, ci sono momenti di cattiveria estrema alternati a brevissimi momenti di apparente felicità: un bagno in piscina, una doccia che parte come atto di degradazione per poi trasformarsi in un momento gioioso, una serata di giochi da tavolo. Il titolo stesso, “Tore Tanzt” (Tore dances, Tore balla), rappresenta questa dualità: ci sono diverse scene in cui Tore balla, si diverte, si lascia andare, il ballo come “liberazione”, in contrapposizione alla “danza” che invece si trova costretto a fare durante ogni crisi epilettica. Ritorna, dunque, la dicotomia bene-male.

Insomma, ogni capitolo è intriso per il 90% del tempo di dolore e sofferenza versus un 10% di felicità. Eppure, che titolo si da ad ogni scena? Un titolo positivo. La visione di Tore: nelle situazioni più nere, sceglie di soffermarsi su quel poco di buono che la vita (o Dio), decide di dargli. Tirare fuori il meglio dal peggio. Soffermarsi, anche nel bel mezzo della tempesta, sul bene che continua a passargli attorno. Ecco, ad esempio, quest’abilità, questa forza, io l’apprezzo e l’ammiro. Riuscire a mantenersi luicidi e non farsi sopraffare completamente dalle avversità, riuscire a capire che “il bene ci sta, è solo coperto da una nuvola nera in questo momento, ma ci sta, e lo vedo comunque”. Per Tore quel bene è associato a Dio, ma ognuno trova il suo. E’ proprio questa capacità in sé, quest’ottimismo, che trovo incredibile.

“Even though I walk through the valley of the shadow of death, I fear no evil, for You are with me” (salmo 23, verso 4)

Tore, protagonista di Nothing bad can happen

“BENNO IS MY TEST” – LA SCELTA DI RESTARE E IL MARTIRIO?

Premessa: mi sarebbe piaciuto/mi piacerebbe avere un POV anche da qualcuno credente e ben informato, magari si possono tirare fuori altri spunti interessanti.

Ora, mi chiedo: Tore potrebbe essere considerato un martire? Decide di immolarsi volontariamente per salvare Sanny e concludere quella che lui ritiene essere “la sua missione religiosa”. “Porge l’altra guancia” (ma tipo LETERALmente) e dimostra una resilienza ai limiti dell’assurdo.

Mi ero chiesta se fosse questo l’unico modo possibile per poter portare a termine la sua missione, mi son chiesta “ma perché non ha chiesto aiuto ad altri? sarebbe stato più semplice”. Tore ha anche avuto ben due momenti per poter fuggire, scappare, invece sceglie volontariamente di restare, quando Owl gli chiede di andar via, lui risponde con “I can’t”, non “I don’t want to”, è completamente catturato dall’idea che quello che sta facendo è un suo dovere. Insomma, facciamo che chiamava gli assistenti sociali, questi sarebbero andati in sta baracca e avrebbero affidato Sanny a un’altra famiglia e boom, the end gg, durata film: letteralmente 10 minuti. Dunque, necessariamente, Tore doveva farsene carico completamente. Ma sta cosa segue una coerenza religiosa? E’ così che dovrebbe essere? Guess it’s time di andare in chiesa dopo 120 anni.

Un’ultima cosa che vorrei sottolineare riguarda proprio questa “missione”. Non è un concetto nuovo per me, ne ho sentito parlare e le ho sempre immaginate come avvenimenti pomposi, esagerati e trascendentali. Imprese ardue e su larga scala, capaci di coinvolgere i destini di tantissime anime. Invece qui, ho visto come un semplicissimo microcosmo, banale e ordinario, possa essere oggetto di una “chiamata religiosa”, interesse di un supposto divino.

Tore che prega Dio affinche la macchina di Benno riparta

Nothing Bad Happen mi ha intrattenuta e divertita (dio, suona veramente male se penso di essermi divertita guardando una roba così straziante) ehm, divertita nel senso che mi ha dato modo di pensarci su e di spezzettarlo un po’. Io il trailer non l’ho visto, cioè l’ho visto a fine film, ormai evito di vederne perché certe volte ci ficcano tutto il cazzo di film in 2 minuti circa, mi sono fatta abbindolare dal titolo, fate lo stesso, ok?

Io comunque ve lo lascio qui e vi dico che sto trailer è stra-meh quindi non fatevi condizionare oK.

Picture of Lorena | Horrornauta.it

Lorena | Horrornauta.it

Mi piace l'horror inusuale, quello che si insinua sotto la pelle e ti spaventa perché simil-realistico. L'inquietudine di guardare qualcosa che tutto sommato, potrebbe tranquillamente presentarsi nel mondo reale. Scrivimi a hello@horrornauta.it.

2 risposte

  1. Appena finito di vederlo. Digito molto spesso su Google: “Film più disturbanti da vedere” (prima o poi mi arrestano) e questo film l’ho trovato solo qui. Apprezzato tanto sia la recensione, che il film, al punto da finire nella mia Top 10 di sempre.
    Comunque avevo scritto degli appunti durante la visione, ma rodo un po’ vedendo che nella recensione sono stati già menzionati.
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    SPOILER

    Posso aggiungere che nel film assistiamo ad una via Crucis dei giorni nostri. Una metafora enorme della vita di Gesù. Ad esempio Benno, che per attirare Tore nella trappola si traveste da agnello nonostante sia un lupo (chiedo scusa ai lupi per averli paragonati a Benno). Oppure la scena finale in cui Tore viene portato fuori dal furgone per essere buttato via, che rimanda alla Pietà di Michelangelo (stessa posa, compreso il telo).
    E ancora: nel momento in cui Benno dice: “Dov’è il tuo Dio adesso?”, riprendendo il Salmo della Bibbia in cui si recita: “Le mie lacrime sono diventate il mio cibo giorno e notte, mentre mi dicono continuamente <>.
    L’ho sofferto un sacco come film perché io spettatore sembravo un guardone mentre osservavo la distruzione totale di una persona senza poter far nulla. Nella maggioranza dei film non capita di avere questo senso di colpa perché le vittime hanno spesso dei lati grigi, o almeno non sono pure come Tore.
    Mi ha fatto proprio male vedere qualcosa di puro così imbrattato. Avrei tirato un destro al monitor del pc, se solo avessi saputo che sarebbe arrivato sul muso di Benno.

    Per me è praticamente un biopic sulla figura di un Santo e martire del 21esimo secolo. Resiste alla sofferenza, alle tentazioni e ha una Fede incrollabile. Se questo non è un Santo… Ha anche salvato il salvabile e compiuto la sua missione. Mi è piaciuto anche il modo in cui scopriamo man mano che l’unico ad aver perso è Benno e tutti i suoi complici.

    L’unica roba brutta, come evidenzi anche tu, è quel non agire di Tore. Prende troppo alla lettera il piano divino, ignorando che forse questo piano divino prevede anche agire direttamente contro il male (il micio avrebbe apprezzato).
    E già che ci siamo: non apprezzo per niente il coinvolgimento di animali nei film perché so che faranno sempre e comunque una finaccia. E io amo mici, cani e qualsiasi animale.

    In ogni caso un film con la F maiuscola (ma anche I,L,M maiuscole). Stupendo

    1. Aaaaah ma quanto sono contenta che ti sia piaciuto! Questo film è una perlina e io purtroppo non lo vedo mai “sponsorizzato” in giro, ma è straziante e doloroso, brutto proprio, orrore nel vero senso del termine.
      Non avevo pensato all’empatia che si crea con Tore, in effetti devo dire che nei film che piacciano a me raramente mi capita di sviluppare questo senso di “oh no poverinooo”, però con Tore è veramente impossibile non farlo…
      Stupendo il rimando alla Pietà di Michelangelo, non ci avevo pensato, ottimo occhio.
      Comunque Benno (ma anche la moglie) assolute bestie, alcuni dei personaggi più detestabili che io abbia mai visto.
      E non ti preoccupare per i film disturbanti…sicuro prima di arrestare te io mi sarò fatta già 2-3 anni in carcere <\3

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